Aversa: stalli di sosta riservati al negozio EXPERT, l'amministrazione continua ad infrangere la legge, pronte nuove denunce.

Aversa 21/09/2010

Giuseppe Oliva

Strisce blu, bianche o riservate speciali che siano questa amministrazione sta collezionando una raccolta di denunce che ha pochi uguali in Italia.

La notizia di stamattina farà scattare una nuova denuncia alla Procura delle Repubblica, denuncia che va a sommarsi alle tante già presentate in questi 12 mesi, riportiamo per intero l’articolo apparso su Pupia:

AVERSA. Gli stalli di sosta, che siano più o meno gratuiti, continuano ad essere fonte inesauribile di malcontento tra i cittadini aversani, tanto che gli stessi segnalano situazioni non proprio chiare.
Una di queste si riferisce alla zona antistante il negozio Expert, su viale Kennedy, dove è possibile notare stalli di sosta gialli con la scritta “riservato ad Expert”. Non sono stalli di sosta destinati al carico e scarico merce, che comunque hanno una loro determinazione ben precisa. È facile immaginare che a qualcuno, obbligato a pagare 1.50 euro all’ora per parcheggiare la propria auto, dia non poco fastidio vedere sotto casa dei posti riservati alle esigenze di un negozio.
“Mi sono riservato di acquisire gli atti relativi al caso – ha dichiarato Stefano Guarino, comandante dei Vigili Urbani – ma sembra, ad una prima analisi, che il permesso sia regolare”.
Guarino poi aggiunge: “Stiamo comunque effettuando una serie di controlli mirati, non solo per definire casi analoghi a quello di Expert, ma anche per la prevenzione dei ‘furbi’ che utilizzano in maniera impropria le autorizzazioni per gli invalidi. Dai controlli effettuati su cento pass del 2009, sono stati 8 i trasgressori che possedevano ancora permessi rilasciati a persone decedute. In questi giorni stanno partendo le intimazioni alla restituzione immediata del documento uni personale”.
In città sono meno di mille i possessori dei permessi per disabili, che devono essere rinnovati ogni 5 anni, e se si considera che sono appunto cento quelli che vengono rinnovati annualmente il conto è fatto. L’obiettivo, dunque, è stanare coloro che contro ogni principio di legalità si appropriano di diritti inviolabili.

Questo modo di riservare aree di sosta per particolari interessi non trova riscontro nel Codice della Strada, a conferma di questo abuso si allega la circolare n° 1525 del Ministero dei Lavori Pubblici, che chiarisce senza ombra di dubbio questa tesi, la circolare è stata portata alla conoscenza del Comandante Guarino già in occasione dei permessi di sosta riservati al Sindaco e tulla la giunta.
Circolare Ministero dei lavori pubblici 28/9/1981 n. 1525
Spazi riservati alla sosta di veicoli per motivi di pubblico interesse

Come è noto, l’art. 4 del T.U. n. 393 del 15.6.1959 comma 1°, lett. b) consente al Sindaco di “riservare appositi spazi alla sosta di determinati veicoli quando ciò sia necessario per motivi di pubblico interesse”.
L’art. 59 del Regolamento di esecuzione del citato T.U. precisa che possono essere previste “eccezioni al divieto di sosta generale solo per le seguenti categorie di veicoli: veicoli delle forze armate, polizia, vigili del fuoco, servizi di soccorso, limitatamente però alle aree antistanti le rispettive sedi e per la estensione strettamente indispensabile”.
La Corte di Cassazione ha osservato che, in linea di diritto, il Sindaco ha la facoltà di concedere eccezioni al divieto di sosta anche ad altre categorie di veicoli che non rientrino nelle 4 fattispecie indicate dal citato art. 59.
Ma per giustificare queste concessioni di carattere eccezionale è necessaria la coesistenza delle seguenti condizioni:
- Carattere preminente di interesse pubblico dell’ordinanza, che configuri il chiaro soddisfacimento di un pubblico interesse, che deve trovare corrispondenza in una situazione obiettiva. In altri termini, si deve trattare di un interesse collettivo riferibile ad un bisogno effettivamente sentito dalla collettività, ritenuto con ciò escluso ogni caso di sosta per la privata utilità o comodità delle persone od impiegati e funzionari locali e non per l’immediato e diretto esercizio delle attività di pubblico interesse, cioè del “pubblico” che accede agli uffici.
- Esistenza di una correlazione logica fra il fine da perseguire ed il provvedimento adottato.
Sembra particolarmente importate osservare, inoltre, che l’”interesse pubblico” che può giustificare la riserva di spazi di sosta particolari si contrappone generalmente con altri più vasti interessi pubblici, quali quelli della generalità dei conducenti di disporre del maggiore spazio possibile per la sosta dei propri veicoli.
Sarà pertanto necessario contemperare in ogni caso questi interessi generali.
Dovrà infine ritenersi illegittimo un provvedimento allorché l’estensione dello spazio riservato sia palesemente esorbitante rispetto alla riconosciuta esigenza pubblica ed alla natura di essa, e non sia invece limitato alla misura strettamente indispensabile contenuta nei limiti più severi.
A titolo indicativo, può riuscire utile esemplificare alcuni casi in cui la Magistratura competente ha ritenuto non giustificata la concessione di spazi riservati di sosta:

veicoli di una Banca;
veicoli di servizio della Corte Costituzionale;
autovetture da noleggio;
spazi dinanzi agli alberghi;
ecc., in quanto dette concessioni favorivano interessi “particolari”.
Si osserva, infine, che i permessi concessi non esonerano i beneficiari dalla osservanza degli obblighi imposti direttamente dalla legge in materia di sosta e precisati dall’art. 115 del vigente C.d.S..
In conclusione, tutti i funzionari ed impiegati senza distinzione di grado, di Enti ed Uffici pubblici in genere, dovranno usufruire per le proprie autovetture private degli spazi pubblici di sosta collettivi, aperti a tutti indistintamente gli utenti della strada.
Nel caso in cui gli enti ed Uffici in parola dispongano di aree private, sarà allora ottima norma attrezzarle a parcheggio riservato ai propri veicoli, o a beneficio dei “visitatori” che hanno interesse a recarsi presso tali Uffici per il disbrigo di pratiche.
Si prega di uniformarsi a quanto sopra anche per evitare giustificate doglianze o rimostranze da parte della pubblica opinione.

Purtroppo il Comitato Strisce Blu è costretto a denunciare nuovamente questo abuso che l’amministrazione sta compiendo a danno dei cittadini, consegnando un nuovo esposto alla Procura di S.M. Capua Vetere.

La giustizia italiana per quanto lenta farà il suo corso punendo questi illeciti comportamenti, ma la domanda che molti dsi pongono è: perchè l’amministrazione si sta rendendo ridicola agli occhi dei cittadini infrangendo ogni giorno il Codice della Strada?

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