Aversa: ex stazione alifana, sparisce il progetto di riqualificazione.

Aversa 25/05/2011

L’area dell’ex stazione dell’alifana è stata più volte oggetto del contendere tra interessi privati e progetti mega futuristici, purtroppo ancora una volta ha prevalso il malaffare della politica dell’amministrazione Ciaramella.

Tutti sanno a chi appartiene il parcheggio privato sito nell’ex stazione alifana, molti però non sanno che quell’area fu strappata alla ICARO con un sotterfuggio, infatti la società che gestiva in precedenza la sosta a pagamento fu mandata via poichè da li a poco si sarebbe dato il via alla riqualificazione dell’area, con un mega progetto contenuto in un protocollo di intesa firmato nel 2006 e sollecitato nel 2009 dal consigliere Sagliocco Giuseppe nella seduta del consiglio regionale n. 18.

Ovviamente nulla di tutto questo è mai avvenuto e appena l’area fu liberata, un noto consigliere del comune di Aversa che ha fatto dei parcheggi a pagamento un fruttuoso business, ha provveduto a trasformare quella che doveva essere diventare una piazza con piste ciclabili e un parcheggio sotterraneo in un mega parcheggio privato, ovviamente si è cautelato non facendo figurare il proprio nome.

Ancor più grave è che questo parcheggio ha utilizzato per ben 3 anni l’energia elettrica pubblica, cioè pagata dai cittadini, per illuminare il piazzale con le auto in sosta.

Il Comitato Strisce Blu essendo venuto a conoscenza tramine segnalazioni dei cittadini del reato che si stava consumando, ha realizzato un filmato con le prove e ha denunciato l’accaduto agli organi preposti.

Purtroppo come sempre è finito tutto a tarallucci e vino, infatti l’amministrazione nella persona dell’assessore Rotunno si è assunta la responsabilità di non aver provveduto al distacco dell’energia elettrica quando l’area è passata da comunale a privata, non facendosi restituire un solo euro dell’energia consumata, inoltre per sminuire il danno nel verbale dei vigili viene riportato un solo faro di piccole dimensioni contro i 3 che sono ben visibili nel filmato accluso alla denuncia.

Ma l’ingordigia di questa amministrazione non conosce limiti ed ha preferito far arricchire un soggetto privato al posto del benessere della collettività.

Di tutto questo, bisogna ringraziare l’intera amministrazione, partendo dal Sindaco e finendo all’ultimo consigliere, i cittadini sanno e forse alle prossime elezioni vi faranno capire che non siete più persone gradite.

Quello che segue è un reportage realizzato dalla giornalista Francesca Galluccio e pubblicato sul sito casertace.biz.
Buona lettura.
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“Della vasta e promettende programmazione del protocollo di intesa tra Comune, Regione, Metro Campania Nord Est e Università retano solo i rimpianti. E nell’ex Texas l’housing sociale promette altri business ai palazzinari del Pdl. GUARDA LA GALLERIA FOTO

AVERSA – La riqualificazione di due strade (un tratto di viale Kennedy e via Di Jasi) e la riconversione del parcheggio di via Raffaello, quello in cui insiste la giostrina: questo è quanto rimane della vastissima programmazione siglata nel 2006 con un Protocollo d’Intesa tra Regione, Provincia, Comune, Università e MetroCampania NordEst.

UNA GRANDE OCCASIONE PERSA – Una programmazione che doveva cambiare il volto della città grazie ai fondi che all’epoca la Regione, con l’allora assessore ai Trasporti Ennio Cascetta, era disposta a mettere a disposizione, ma che invece, chissà se per pigrizia degli amministratori o per mancanza di lungimiranza, è stata accantonata lasciando intatti i problemi che quella programmazione si proponeva di risolvere. I soldi per il finanziamento (20 o 30 milioni di euro inizialmente che poi si ridussero a11 milioni di euro per la redazione di un Masterplan che sintetizzasse gli interventi più importanti) sono venuti meno da sei o sette mesi e il Comune deve rinunciare, e proprio ora che c’è un’amministrazione regionale amica e un assessore ai Trasporti, Sergio Vetrella, molto legato al senatore aversano Pasquale Giuliano, a quegli interventi infrastrutturali finalizzati a migliorare l’accessibilità pedonale, delle auto e più in generale, intermodale nel settore ovest della città tra il tessuto urbano e i nodi di interscambio della rete metropolitana su ferro.

Quella programmazione, tra l’altro, avrebbe reso, oggi, superati tutti i ragionamenti in essere sull’ex Texas. In questi giorni si fa tanto parlare di housing sociale, della contrarietà o non contrarietà dell’amministrazione comunale a veder sorgere nell’area dell’industria dismessa le case popolari, (che non sono, però, quelle dell’immaginario comune, ma appartamenti residenziale a tutti gli effetti).

Invero, l’ipotesi di una edilizia residenziale sociale non è nuova né nata negli ultimi mesi. Già nel 2008 se ne discuteva, come testimonia un verbale di riunione del 23 ottobre di quell’anno. Una sorta di conferenza di servizi in cui si stabiliva proprio del piano di sviluppo urbanistico per le aree nel Comune di Aversa interessate dalla presenza delle nuove stazioni. A partecipare alla riunione erano l’architetto Vincenzo Mottola per la MetroCampania, l’architetto Aniello Cesaro (fratello del presidente della Provincia partenopea) rappresentante della società Nuova Immobiliare ex Yorik proprietaria dell’ex Texas e l’Ati incaricata della redazione di un piano urbanistico di sitemazione delle nuove stazioni, composta da Uap Studio Srl, Tsc srl e dall’architetto Raffaele Cecere, soggetti adunatisi al fine di “risolvere i problemi – recita testualmente il verbale di quella riunione – di relazione tra i nuovi edifici di stazione e le porzioni di territorio di proprietà privata; migliorare l’inserimento delle stazioni nel tessuto urbano, riqualificando lo spazio pubblico circostante e dotando i nodi di trasporto delle necessarie funzioni di supporto, comprensive dei parcheggi di interscambio”.

LA MANIFESTAZIONE DI INTERESSE DI CESARO – In quella occasione l’architetto Cesaro presentò il programma di fattibilità per la trasformazione dell’area che la società aveva già presentato alla Regione Campania per rispondere al bando relativo alla ‘manifestazione di interesse per la formazione di programmi di edilizia residenziale sociale e di riqualificazione di tessuti urbani degradati dismessi’. Insomma, si ipotizzava già allora di variare la funzione industriale attualmente prevista proponendo la realizzazione di un quartiere di attrezzature integrate, nonché di cedere la porzione di territorio per la realizzazione dell’edificio stazione MetroCampania. Inoltre, il prof. Russo della Uap Studio proponeva un set di criteri in grado di migliorare l’inserimento della stazione nella città, realizzando una nuova centralità urbana. E, in analogia alle più avanzate pratiche europee di riqualificazione delle aree dismesse, il programma avrebbe mirato alla realizzazione di un’area di attrezzature integrate di interesse pubblico con un sistema di spazi pubblici aperti, come piazze, giardini e atrtezzature sportive, dotati di parcheggi interrati di interscambio e di un’area per bus navette al servizio del nodo urbano, di attrezzature pubbliche (sale da spettacolo, luoghi espositivi, centro culturale, eccetera) spazi commerciali al dettaglio, residenze speciali e spazi per il terziario. C’era già tutto, dunque, con la possbilità di coinciliare l’interesse pubblico a quello privato e particolare. A dimostrazione di quanto affermato, lo stupore e l’entusiasmo di amministratori, sindaco Ciaramella in testa, e consiglieri comunali sia di maggioranza che di opposizione, quando nel dicembre dello stesso 2008 i rappresentanti di MetroCampania esposero il progetto in una conferenza ad hoc convocata in Comune. Di lì doveva seguire l’interessamento dell’amministrazione aversana, a cui competeva di ‘tallonare’ Regione e MetroCampania al fine di innescare quam primum l’iter per la realizzazione. Ed è molto probabile che se ciò si fosse verificato, oggi già sarebbero partiti i lavori stante la forte volontà delle parti in causa, fatta eccezione per quella cittadina evidentemente.

UNA DELIBERA DI INTENTI PLATONICA E INIUTILE – L’unico atto prodotto dal Comune è venuto nel maggio dello scorso anno: una delibera di giunta con cui si sono ‘approvate’ tutte le opere infrastrutturali e tecnologiche necessarie per la creazione del nuovo nodo di interscambio nella zona dell’Annunziata e per la realizzazione di interventi di miglioramento dell’accessibilità alla rete su ferro coniugata alla riqualificazione urbana del centro storico di Aversa. Una delibera che è in realtà carta straccia, perché pur pronunciandosi in favore di quegli interventi non ne sottindende la realizzazione e, oggi, ad un anno da quella delibera quelle ipotesi progettuali sono definitivamente tramontate perché è venuta meno, nel frattempo, la volontà oppure la disponibilità economica della Regione Campania.

IL BUON AFFARE DI CIARAMELLA – Restano in piedi, però, si diceva, le possibilità di riqualificazione, ed è ben poca cosa, di due strade e di uno spazio per il parcheggio che dovrebbe destinarsi all’uso della facoltà di Ingegneria. L’altro parcheggio, invece, quello che occupa l’ex stazione Alifana è fatto salvo dagli interventi che si prevedevano e, addirittura, si è aperta la possibilità per il sindaco Ciaramella di concludere un contratto per il fitto della palazzina dismessa che affaccia per metà sul parcheggio e per metà sul vicoletto cieco che immette su via Roma.

Scarsa, in conclusione, la lungimiranza dell’amministrazione cittadina, che non capiva allora come oggi che si poteva far coinciliare l’interesse di pochi a quello di molti e che, chi oggi fa il parcheggiatore avrebbe potuto continuare a fare il parcheggiatore anche a seguito di quegli interventi.

Anzi, il progetto ideato per la zona dell’Annunziata era tale da enfatizzare la bellezza del luogo e, di conseguenza, aumentare il valore degli immobili e delle attività del quartiere.

Nel protocollo d’intesa del 2006, infatti, si individuava nell’Annunziata l’ambito prioritario di intervento, in quanto “dall’analisi della trama – recitava l’articolo 1 del ‘defunto’ protocollo d’intesa – viaria e del tessuto urbano circostante, questo nodo si presenta alla riqualificazione delle strutture preesistenti per la creazione di un nodo intermodale con un parcheggio nel sottosuolo ed una stazione bus dove si attestino navette che condurranno alle stazioni della MetroCampania NordEst, riducendo l’insicurezza dell’accesso pedonale, il degrado socio-ambientale delle strade e degli spazi urbani circostanti e l’inesistente intermodalità che attualmente si determina tra le forme di trasporto su gomma (pubblico, privato) e su ferro”.

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